STORIA
San Simone nasce in Friuli da una famiglia che ha sempre creduto nelle straordinarie potenzialità enologiche della propria terra e che conta oltre cent’anni di esperienza nel vino. Una famiglia, quattro generazioni: una storia ricca di personaggi dinamici e volitivi. Erano queste le doti del nostro bisnonno, il fondatore Gino Brisotto, che all’inizio dello scorso secolo, con la bisnonna Olga, diede il primo e determinante impulso all’attività e quelle dei nostri nonni, Antonio e Angela che con costanza e fiducia rafforzarono quanto già costruito.
Furono in seguito i nostri genitori, Gino e Liviana, convinti che per crescere e migliorare bisogna sempre essere aperti al cambiamento, che diedero vita ad un nuovo progetto produttivo: San Simone. Un’avventura che prende l’avvio dalle storiche cantine Brisotto di Prata per approdare a Porcia nella nuova cantina dove l’azienda accelera il passo sulla strada della qualità. Un progetto che punta alla cura dei particolari, dalla vigna alla bottiglia.
È il 1915, quando Gino e Olga Brisotto iniziano a commercializzare il vino di loro produzione. Accanto a Gino, il nome di Olga non figura per obbligo di documentazione: la famiglia è il punto di forza di questa impresa, e le donne avranno sempre un ruolo di primo piano.
Il vigneto Friuli era appena stato ricostruito dopo la devastazione a causa di oidio e fillossera ma l’Italia, in quell’anno, fa il suo ingresso ufficiale nel primo conflitto mondiale della storia, con la dichiarazione di guerra all’Austria-Ungheria e i nostri vigneti, la nostra terra divengono nuovamente oggetto di devastazione e di terrore.
Nel 1950, l’attività delle Cantine Brisotto (così nominate in origine) è ancora viva: ci sono state le due Guerre Mondiali durante le quali non è stato facile mantenere la continuità nella produzione, molti vigneti sono stati distrutti o abbandonati. La connotazione dell’azienda Brisotto Gino è quella della tipica azienda agricola della zona: l’uva, ottenuta dalle proprie vigne, viene vinificata nella piccola cantina annessa alla casa padronale e poi venduta dallo stesso titolare alle osterie della zona. L’azienda è gestita da lui, con l’aiuto dei mezzadri in campagna. E’ lui che poi, con il cavallo e il carro carico di botti di legno, si reca nelle varie osterie del territorio a vendere il proprio prodotto. La povertà di quegli anni ha un’ovvia influenza sulla domanda di vino: la bevanda alcolica è un alimento a tutti gli effetti, fonte di energia per i lavori pesanti. La vera ripresa si ha nel Secondo Dopoguerra, dopo che un periodo di trent’anni la continuità dell’impegno è stata minacciata da una realtà instabile e spesso violenta. È il figlio di Gino, Antonio, con la moglie Angela Luigia, a dare un nuovo respiro all’impresa, ampliando il commercio dei vini e accostandoci la vendita di diversi liquori.
Alla morte prematura di Antonio, la moglie Angela Luigia decide di proseguire con l’attività in attesa che il figlio, che porta il nome del nonno, Gino, completi gli studi di enologia alla prestigiosa scuola di Conegliano e raggiunga in seguito la maggiore età (che allora era di 21 anni) per poter diventare titolare dell’azienda.
Quando Gino Brisotto, nel 1962, prende in mano le redini dell’impresa, è un giovane di carattere forte, impetuoso, con un senso spiccato per l’innovazione e il convincimento che il lavoro fatto bene deve premiare chi lo esercita e coinvolgere il territorio dove ha sede. Per questo suo convincimento è fondatore del Consorzio di tutela Doc Friuli Grave ed avvia il processo di imbottigliamento con il nome dell’azienda: il vino in bottiglia è riconoscibile, ha un nome e un’etichetta, con i quali può uscire dall’ambito dei paesi circostanti, approdare nelle regioni vicine e nel territorio nazionale. Parallelamente, in anticipo sui tempi, prende le mosse la sperimentazione per spumantizzare il prosecco brut. Accanto a lui nostra mamma Liviana con la quale si sposa nel 1965 e con la quale condividerà sempre ogni progetto e successo, non solo compagna di vita ma compagna di lavoro.
Entrambi convinti della possibilità di radicare l’azienda nelle terre dove ha sede e allo stesso tempo di procedere nell’innovazione. Così, nel 1989 nasce l’ambizioso progetto che porterà alla costruzione della nuova sede.
Da qui, nuovi passi in avanti, compresa l’acquisizione dei vigneti in Azzano Decimo e in Pasiano, si susseguono con regolarità.
La quarta generazione, alla svolta del millennio, vede la partecipazione di Chiara, Anna e Antonio, gli attuali titolari, che portano all’attività una sensibilità che è propria del loro tempo: l’attenzione totale per il prodotto, dalla vigna alla bottiglia, in ragione delle due principali necessità che si profilano all’orizzonte: la cura per l’autenticità del prodotto, per la sua sostenibilità ecologica come per il naturale sviluppo delle sue potenzialità organolettiche, e il raffinamento dell’immagine, così che essa venga a corrispondere con la realtà che produce, dove la tecnologia viene messa al servizio di un maggiore rispetto della vite, del vino e della tradizione, compresa la bellezza che essa offre alla sensibilità di chi vive in questi luoghi.
La tradizione famigliare ha grande importanza per questa azienda poiché la presenza viva del passato e la spinta a innovare sono radicate nella continuità generazionale, e prendono forza da essa. Per chi la conduce e vi lavora con costanza e passione, produrre vino non significa soltanto portare sulle tavole una buona bottiglia, che è certamente lo scopo principale, ma è importante che questo vino rechi a chi lo degusta il segno di una cura, una tonalità affettiva e, soprattutto, un valore. Quel valore che lega la storia del territorio con il lavoro presente, ma che racconta anche una vicenda di amore e di dedizione.
Da allora, nel segno di un armonioso ricambio generazionale, l’azienda è passata di padre in figlio, conoscendo una continua e costante evoluzione, sia da un punto di vista qualitativo che commerciale. Oggi alla guida della San Simone ci siamo noi figli, Chiara, Anna e Antonio, la quarta generazione. Proseguiamo insieme, con fierezza e tenacia, il percorso già intrapreso dai nostri genitori, Gino e Liviana, forti dell’esempio e della grande passione che hanno saputo trasmetterci.
E per il futuro? Le giovani Gaia e Sofia stanno già facendo una “full immersion” nei vigneti di famiglia.
1915
anno di fondazione dell’azienda ad opera dei nostri bisnonni Gino e Olga
1945
finisce la guerra e tutto è da ricostruire
1950
sviluppo della rete commerciale da parte dei nonni Antonio e Angela
1962
nostro padre Gino, dopo il diploma in enologia a Conegliano, insieme a nostra mamma Liviana, dà un importante impulso all’attività
1969
Gino Brisotto è tra i soci fondatori del Consorzio di tutela Doc Friuli Grave
1984
ha inizio la collaborazione con i più qualificati vignaioli dei comuni dei Colli Trevigiani per la produzione del Prosecco, che si aggiunge alla produzione dei vini Friuli Grave Doc
1986
prima partecipazione a Vinitaly, si aprono i mercati internazionali
1989
viene presentata la prima bottiglia di Cabernet Sauvignon Nexus annata 1986
1994
trasferimento dell’attività a Porcia dove notevoli sono gli investimenti in impianti ed attrezzature sia in vigneto che in cantina
1998
acquisizione dei vigneti di Azzano X
1999
ottenimento della certificazione di Qualità ISO
2000
nuovo impianto di imbottigliamento
2002
viene presentata la prima bottiglia di Sugano annata 2000
2004
viene presentata la prima bottiglia di Evante annata 2002
2008
San Simone Style: presentazione delle collane e bracciali ottenute dal riciclo dei tappi in sughero e delle magliette “drink responsibly”
2009
- Antonio Brisotto è tra i soci fondatori del Consorzio Prosecco Doc
- nasce Progetto Verde
2010
- prima annata di Perlae Naonis Millesimato Prosecco Doc 2009
- Anna Brisotto viene nominata Presidente del Consorzio DOC Friuli Grave (la prima donna a ricoprire la carica di Presidente).
2011
- acquisizione dei vigneti di Azzano X
- realizzazione dell’impianto fotovoltaico a Porcia. Più energia pulita e meno emission di CO2
2012
viene presentata la linea Limited Edition Perlae Naonis Millesimato Prosecco Doc e la linea Rondover con chiusura tappo vite
2015
festeggiamenti per il Centenario. Viene presentata la prima bottiglia di Metodo Classico Zero Dosage annata 2011
2016
- prima annata di Case Sugan Pinot Grigio Ramato
- tra le prime cantine in Friuli, insieme a poche altre in Italia, a impiantare le varietà resistenti alle malattie
2018
restyling etichetta linea Prestige